Per quanto alcuni stentino ancora ad ammetterlo, anche in ambienti (ed ambiti) più resilienti al cambiamento il web ha ormai completamente trasformato il modo di fare business. E anche cercarlo, se ci caliamo per un secondo dalla parte del consumatore.
Nel mondo di oggi, sempre più legato a doppio binario con il digitale, la SEO si è ritagliata un posto di rilievo in ogni genere di attività. Certo, non è più l’ottimizzazione per i motori di ricerca di qualche anno fa, ma si è evoluta in qualcosa che va oltre i 10 link blu su Google.
Di pari passo, la SEO locale è diventata uno strumento indispensabile per le piccole e medie imprese che desiderano migliorare la propria visibilità online e attirare clienti nella propria zona di appartenenza.
Ed ecco perché un‘efficace strategia di content marketing gioca un ruolo cruciale! Ma bada bene, questa ormai non si può più limitare a coltivare il proprio blog, ma deve passare anche da strumenti potentissimi come Google Business Profile, Bing Places for Business e le giuste directory locali.
Avere un proprio ‘ecosistema’ di contenuti ben organizzato sposta l’ago della bilancia tra l’essere trovati dai clienti locali (precisazione doverosa per mantenere il focus dell’articolo) o rimanere invisibili.
E se sei qui, non credo che tu voglia rischiare di ricadere nella seconda casistica.
Indice
Il primo passo: capire il tuo pubblico (per davvero)
Questa è la prima, grande differenza che c’è tra la SEO classica e l’ottimizzazione locale per i motori di ricerca. Non sto dicendo che nella prima non si analizza il proprio pubblico target, l’analisi delle buyer personas ad un livello meno granulare può ancora dire la sua (ma l’AI sta cambiando tutto questo).
Ma in ambito local l’analisi deve essere sartoriale, basata su cosa può offrire la tua attività e quelle che sono le esigenze reali dei tuoi clienti. Quelle che insomma li fanno smuovere da casa e venire da te, che tu gestisca un ristorante, un’agenzia immobiliare, un’attività inerente il turismo o altro.
In sostanza, non hai bisogno di intercettare bisogni generici, come potrebbero essere quelli di articoli dal titolo ‘come comprare casa’ o ‘i migliori tour dell’Emilia Romagna’, se la tua zona di competenza è limitata ad esempio alla zona costiera.
Come fare questo? Per quanto possa sembrare sul viale tramonto, una keyword research locale davvero efficace è ancora il punto di partenza, anche se forse chiamarla ‘intent research’ potrebbe essere più giusto. E, soprattutto, non deve più essere effettuata a livello di singola keyword.
Gli strumenti per una keyword research locale coi fiocchi

Ci sono alcuni strumenti evergreen che ti possono aiutare in questa attività:
- Google Trends per identificare argomenti di tendenza nella tua area.
- Google Keyword Planner per trovare parole chiave locali con un buon volume di ricerca e di reale valore per te.
- AnswerThePublic per scoprire domande frequenti legate ai tuoi servizi o prodotti.
Ma mi raccomando, usali come punto di partenza, non limitarti a questo! Come vedi, sono suggerimenti per lo più generici e rischiano di non scavare abbastanza a fondo nelle tue necessità.
L’analisi dei microdati, seminati dagli utenti sulle piattaforme UGC e Social Media – come dei gruppi di facebook – e il dialogo con le persone reali sono ancora alla base di tutto. Specialmente se non hai ancora lanciato il tuo business, queste informazioni sono oro colato per validare la tua idea.
Se invece hai già un’attività avviata, puoi godere di dati unici che Google Analytics, Search Console e Clarity ti forniscono per migliorare sotto ogni punto di vista, da quello dei contenuti a quello dell’usabilità.
I “Must-Have” per massimizzare i tuoi sforzi di content strategy e brand awareness
Il vecchio adagio recita “Content is King“. Ma un re, senza un regno, non ha senso di esistere. Tra poco ti spiegherò come sfruttare nel modo migliore i tuoi contenuti, prima è necessario che tu conosca alcuni strumenti fondamentali per permettere alla tua attività locale di farsi notare.
Possono sembrare dei dettagli o delle banalità, ma ancora oggi troppe persone tendono a sottovalutarne l’importanza.
Google Business Profile

Il vecchio Google My Business è sempre stato l’alleato migliore per le attività locali, specialmente grazie alla sua predominanza del NAP.
Quello che molti, però, trascurano, è la sua cura. Ok, una volta impostato il profilo e messi tutti i dati corretti sei a tutti gli effetti visibile, specialmente nelle ricerche ‘vicino a me’, e i clienti possono chiamarti direttamente dalla SERP.
Ma le potenzialità di questo tool non si fermano certo qui. I clienti infatti possono lasciare la loro recensione (e tu dovrai incentivarli a farlo, lo sa si?), positiva o negativa che sia. Prenderti cura di questi preziosi dati è fondamentale, sia per far capire quanto l’opinione delle persone conti per te, sia per la gestione delle critiche.
E si, potrai usarlo come una sorta di social network, pubblicando aggiornamenti sulla tua attività, su ciò che la riguarda e tutto ciò di rilevante che può interessare ai tuoi potenziali clienti.
Una volta che hai settato tutto, potresti essere interessato alla nostra guida avanzata per sfruttare al meglio il local pack.
Bing Places for Business
Non è altro che il corrispettivo Microsoft del Business Profile. E se detta così può sembrare quasi un duplicato superfluo, non devi dimenticarti che i motori di ricerca, e la ricerca AI, non è solo Google.
Anzi, Bing e OpenAI sono molto vicini, e il software per la ricerca targato Microsoft è anche la prima fonte di dati di SearchGPT. Così, tanto per darti un buon motivo per darci un’occhiata subito dopo aver finito di leggere l’articolo.
Una buona strategia di Link Building (anche ‘vocale’) + Directories Locali

Questa è un’attività abbastanza complessa, e non è mia intenzione dilungarmi troppo nello spiegarti il perché e le varie tecniche. E poi i due temi sono stati già oggetto di analisi approfondita!
Qui valgono i principi base, ovvero che non tutti i link sono uguali, ma devi essere chirurgico nel cercare di costruire quelli con la maggior qualità nella tua area, e la stessa cosa vale per le directory (si, Paginegialle in alcuni casi è ancora un’alternativa valida, ma ce ne sono di migliori in ogni ambito).
O gli articoli listicles di alcuni blogger che trattano del tuo settore e della tua attività. Perché la Barnacle Seo può portarti molti lead referral che organicamente non potresti mai e poi mai raggiungere.
Qualunque sia il tuo business, dopotutto, non avrebbe senso creare articoli del tipo “i 10 migliori X in Y”, sia perché non sarebbe bello cantarsela da soli, sia per i potenziali danni che faresti dando così tanta visibilità ad una schiera di competitor. E anche per lo scarso EEAT che potresti lasciar intravedere in articoli così generalisti.
Ah, e non trascurare il passaparola. In ambito locale può essere più potente di qualunque link.
Se il tuo business lo prevede, potresti anche considerare l’eventualità di partecipare a degli eventi locali. Magari non si convertirà immediatamente in più conversioni, ma sicuramente farai Brand Awareness, e potresti costruire delle relazioni veramente proficue.
Tutti gli strumenti e le altre ottimizzazioni valide per la SEO
Da queste non si scappa. Oggigiorno avere un sito responsive, veloce ed user friendly è davvero la base. Avere una solida ottimizzazione tecnica non è più solo un optional, nonostante Google abbia ribadito che i Core Web Vitals non siano un fattore di ranking. E’ qualcosa di molto importante lato utente, e tanto basta per farti sempre dare un’occhio a questo ambito.
Come sono fondamentali Google Analytics, Google Search Console e Microsoft Clarity. Questi sono dati soltanto tuoi, e sono una vera miniera di informazioni per migliorare il tuo business, la tua UX (Clarity ha delle Heatmap incorporate, e può aiutarti a rimuovere diversi colli di bottiglia) e fornirti numerose idee per nuovi contenuti (o per aggiornare quelli già esistenti).
Ah sì, devi anche utilizzare i giusti markup schema. Ce ne sono alcuni appositi per le attività locali che devi studiare e testare con le tue mani per poter ottenere il massimo!
Incorona il re! Ma non ti affidare solo al sito per il tuo content, costruisci il tuo ‘regno’.
Durante l’articolo di ho parlato di ‘ecosistema’. Questo a mio avviso è il cambio di paradigma nella ‘E’ di SEO, ovvero dal mero engine – e quindi i vecchi link blu, ma anche i primi snippet di Google – ad ecosistema.
Te ne sarai reso conto anche da solo, ma affidarsi soltanto al sito web statico, per quanto abbellito di immagini/infografiche ed altri orpelli in javascript, è limitante.
Alcuni suggerimenti li avrai già colti, ma repetita iuvant: sfrutta appieno le potenzialità di Google Business Profile e Bing Places, condividendo aggiornamenti rilevanti e gestendo al meglio le recensioni degli utenti reali, che puoi utilizzare anche come UGC (e nei tuoi copy delle landing).
C’è qualcosa che manca all’appello, vero? I video e i Social Media. Eccoti accontentato.
Sfrutta i video, e mettici la faccia
La specifica non è lì a caso. I video sono ad oggi, con ogni probabilità, il mezzo di comunicazione più potente. Ed il più versatile.
Video lunghi, shorts, Reels su piattaforme come Youtube, Instagram, TikTok.. tutti touchpoint univoci per intercettare il tuo potenziale pubblico sia in momenti differenti che in modi complementari.
Non che riproporre lo stesso contenuto sia sbagliato, sia chiaro, ma riuscire a diversificarsi a seconda della piattaforma consente di essere sempre ‘fresco’ e comunicare il proprio messaggio sotto punti di vista differenti.
E sarebbe bene che tu ci mettessi la faccia in prima persona. Parliamo di un business locale, essere riconoscibili ancora prima che le persone varchino la porta della tua attività può essere un game changer anche per quello che riguarda la fiducia.
Vuoi un altro motivo ancora? I video di tutte le piattaforme che ti ho citato, oltre ad essere embeddabili nel tuo sito, possono rankare in SERP.
Usa i social media per gli aggiornamenti. E creare una microcommunity
Anche qui non andiamo sul banale. E, soprattutto, non voglio ripetermi. Dopotutto ti ho citato tre dei maggiori social media e una loro modalità di utilizzo poche righe sopra.
Anche in questo caso non c’è niente di sbagliato di usare i propri account social per condividere lo stesso aggiornamento (anche su Facebook, X, Linkedin ed altri, non ce ne siamo dimenticati). Ma questo non deve essere fine a se stesso, tanto per dire ‘ehi, sono ancora vivo e operativo’. Ricordati che like e follow, se non vengono convertite in utenti attivi, potenziali lead o clienti sono solo vanity metrics. I KPI che definiscono il successo della tua SEO locale sono altri.
E, soprattutto, non tutte le cose devono essere copincollate ovunque! Qualcosa per cui basta un Tweet, come un aggiornamento flash, probabilmente non meriterà un articolo sul blog, un approfondimento su linkedin o un video. Ma magari un carosello si.
Mentre voler riassumere un articolo approfondito (come questo!) con poche slide, potrebbe portare confusione in chi lo sta leggendo.
Beh, in questo caso puoi tranquillamente scorporarlo e servirlo in più volte. Questo è un aspetto che devi valutare tu, a seconda della risposta che ricevi da chi ti segue.
Ti voglio lasciare con un dubbio.. meglio un post che riceve 100 like, o uno con 10 ma con due richieste in DM? La risposta potrebbe non essere univoca e dipendere anche dal tipo di post, ma è qualcosa su cui ti devi interrogare PRIMA di creare il contenuto.
E ti fa capire perché devi coltivare le tue piattaforme social cercando di andare oltre al ‘io condivido, gli altri leggono’ e cercare di coinvolgere il tuo potenziale pubblico.
Conclusione
Ormai avrai già capito da solo che adottare una strategia di content marketing mirata per la SEO locale può portare benefici tangibili, aiutandoti a connetterti con il pubblico della tua area e a distinguerti dalla concorrenza.
Investire tempo ed energie nella creazione di contenuti targettizzati (sia geograficamente che per interessi) non solo migliora la tua visibilità online, ma contribuisce anche a costruire relazioni significative con la comunità.E a portare clienti per il tuo business.
Non era nostra intenzione fornirti una checklist di strategie da seguire, ma accompagnarti in un percorso guidato per prendere consapevolezza di quanto tu probabilmente stia lasciando sul tavolo navigando a vista. Prendendo spunto da questo articolo, e personalizzando tutto secondo le tue necessità, sarai in grado di brillare all’interno del mercato di prossimità e costruire una presenza online solida e sostenibile.
E non dimenticare di monitorare i risultati e adattare le tue strategie di man in mano, la SEO non è qualcosa di statico su cui puoi adagiarti troppo a lungo!